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Riccardi lavora da sempre a un disegno d'ampio respiro poematico, dove trova netto risalto questo libro, la cui narrazione in versi si ambienta nei due luoghi essenziali di una precisa geografia poetica: la campagna parmense del podere di Cattabiano e quella che fu la "piccola Stalingrado", cioè Sesto San Giovanni. Ed è una narrazione poetica di sorprendente energia, all'interno della quale si stagliano, nella mitologia industriale dei quattro grandi stabilimenti, le imponenti presenze delle macchine e degli automi, i "bagliori dei forni e dei laminatoi", i congegni della produzione azionati da uomini che vivono la fabbrica come "la bolgia dei vivi".